Modernarium # 4 – Inverno 2021/2022, Primavera 2022

Tra l’inverno e la primavera, fra un anno e l’altro, il progetto Pompeii Commitment. Materie archeologiche si è continuato a svolgere assecondando lo scorrere del tempo e il flusso dei contributi degli artisti, dei curatori e di tutti coloro che hanno voluto condividere con noi il compito che ci eravamo assegnati nell’inverno del 2020: “manutenere” l’episteme contemporanea del sito di Pompei e raccontare la sua capacità di evocare forme di conoscenza ed espressività radicali e radicate nell’hic et nunc della nostra contemporaneità. 

Sollecitati proprio dai materiali e dalle proposte pubblicati con questa comunità in divenire e giunti a un anno e mezzo dall’avvio della ricerca, questo portale si appresta a una serie di aggiornamenti che saranno presentati a partire dall’estate 2022. Per cui questo Modernarium è, al contempo, un saluto che considera il lavoro svolto e una dichiarazione di ulteriore impegno verso il lavoro da svolgere. 

Ringraziamo Lara Favaretto – di cui la pubblicazione www.digging-up.net si è articolata in quattro uscite dedicate alle versioni del progetto in Campania e a Palermo e che continueranno anche nei prossimi anni per raccontarne le versioni in Afghanistan e Cappadocia – insieme agli artisti Invernomuto e all’architetto e designer Andrea Branzi, i cui contributi sono stati pubblicati a complemento delle loro due mostre personali inaugurate nell’autunno 2021 presso il Parco Archeologico di Pompei. Desideriamo rivolgere un profondo ringraziamento a Simone Forti, intorno al cui contributo si è formato un vero e proprio gruppo di ricerca che ha compreso, insieme all’artista, anche Luca Lo Pinto e Elena Magini, curatori della sua mostra personale Senza Fretta al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, e la collaboratrice dell’artista Sarah Swenson, la quale non solo ha preso per la prima volta il posto di Forti alla chiusura della mostra a Prato – ballando su una composizione musicale suonata dal vivo da Charlemagne Palestine, già autore di un altro contributo per questo portale – ma ci ha anche permesso di capire come il lavoro quotidiano nello studio o nell’archivio di un artista, e quindi la trasmissione del suo lavoro, siano un atto non dissimile dall’opera di scavo e restituzione compiuta quotidianamente a Pompei. Ringraziamo anche Alexis Pauline Gumbs e Hans Ulrich Obrist per la loro conversazione che, avviandosi con una riflessione sulla poetessa Audre Lorde e il suo amore per la geologia e le storie della Terra, ci ha raccontato di vulcani e personalità vulcaniche. Con loro ringraziamo tutti gli autori e i curatori che hanno deciso di concepire insieme nuovi progetti o di condividere materiali d’archivio e approfondimenti inediti su progetti che avevano già realizzato precedentemente: Michael Rakowitz con Marianna Vecellio (con i quali abbiamo cucinato il Seder, sebbene fossimo a migliaia di chilometri di distanza), Agnes Denes con Emma Enderby, Paul Sietsema con Eva Fabbris, Marzia Migliora e Otobong Nkanga, entrambe con Matteo Lucchetti, Abbas Akhavan con Ellen Greigg e Canis in Somno con Milovan Farronato. Ringraziamo inoltre gli artisti Lina Lapelyte, Amy Siegel, Boris Mikhailov e Adrián Villar Rojas per la generosità con cui hanno reinterpretato, o ci hanno permesso di reinterpretare, le loro pratiche mettendole in connessione all’episteme pompeiana e generando rivelatorii cortocircuiti fra epoche, luoghi, processi e specie che si scoprono, in fondo, non così diverse e distanti. Un ringraziamento particolare va anche a Cassandra Press, con Kandis Williams e Brandon English, non solo per il loro contributo pubblicato su questo portale – per la cui produzione ringraziamo con loro l’artista Arthur Jafa – ma anche per aver sviluppato e organizzato, con CIRCA, una presentazione in contemporanea del progetto A Monument A Ruin su decine di schermi pubblici di varie città – Londra, Los Angeles, Melbourne, Seoul e Tokyo.

Insieme a quelle già citate, ringraziamo tutte le altre istituzioni con cui alcuni contributi sono stati pubblicati: il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (per Michael Rakowitz), The Shed di New York (per Agnes Denes), l’Università degli Studi di Napoli Federico II e il Real Museo Mineralogico di Napoli (per Paul Sietsema) e la Chisenhale Gallery di Londra (per Abbas Akhavan). 

E ringraziamo tutti gli studi e gli archivi degli artisti, con le loro gallerie, per la loro costante disponibilità e il loro indispensabile supporto nella redazione dei contributi, insieme a Silvana Editoriale per il coordinamento editoriale e amarantoweb.com per la progettazione dell’identità visiva e l’attività di web design.

Il nostro ringraziamento va infine, o prima di ogni altro, a tutti i dipendenti e i collaboratori del Parco Archeologico di Pompei –  Silvia Martina Bertesago, Davide Russo, Marella Brunetto e Antonio Benforte, Maria Rispoli, Giuseppe Scarpati, Stefania Giudice, Valeria Amoretti, Domenico Costabile e, nella loro puntuale e appassionata attività di organizzazione, Anna Civale e Tiziana Rocco – e ai collaboratori del progetto Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Stella Bottai, co-curatrice del progetto con l’assistenza curatoriale di Caterina Avataneo, Laura Mariano, project manager, e il fotografo Amedeo Benestante – per il loro lavoro quotidiano, la cura e lo stimolo con cui hanno seguito le diversificate necessità della ricerca, la redazione dei documenti amministrativi e legali e la concessione dei permessi, il reperimento e la verifica delle fonti testuali e iconografiche, la produzione delle schede critiche e delle immagini documentarie, la comunicazione dei contributi e la catalogazione con cui, accanto ai Commitments, si sono progressivamente articolate anche le sezioni Fabulae / Historiae e Inventario.

Ed è proprio dal “commitment” di questo stesso gruppo di lavoro che si stanno per originare gli sviluppi ulteriori del progetto Pompeii Commitment. Materie archeologiche che, fra poche settimane e per i prossimi anni, continuerà a esplorare le potenzialità della materia archeologica pompeiana, facendolo forse ancor più in profondità ma con lo stesso impegno a unire discipline diverse, così come la realtà analogica e quella digitale, i corpi e i data, gli atomi e i bip. 

Il tentativo rimarrà, anche nella nuova conformazione di questo portale che sta per essere pubblicata, quello di studiare e raccontare, sia online che offline, tutto lo spettro delle possibili esperienze contemporanee di ciò che erroneamente siamo abituati a disgiungere, definendolo “bene culturale” da un lato e “risorsa naturale” dall’altro, ma che, a Pompei e non solo, è stato ed è ancora un’unica materia e una sola storia, piena di vita e sempre disponibile alla trasformazione, all’interpretazione e alla condivisione.

La storia di questa materia, quindi, continua. Arrivederci, allora, su www.pompeiicommitment.org e nell’ecosistema archeologico di Pompei.