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© Pompeii Commitment. Archaeological Matters, un progetto del Parco Archeologico di Pompei, 2020. Project partner: MiC.
Tutte le immagini d’archivio o realizzate al Parco Archeologico di Pompei sono utilizzate su concessione di MiC-Ministero della Cultura-Parco Archeologico di Pompei. È vietata la duplicazione o riproduzione con qualsiasi mezzo.

Cassandra Press, con Kandis Williams e Brandon English. A Monument A Ruin

Commitments 38    01•02•2022

1. PDF:

Cassandra Press
A MONUMENT, a reader
Reader on Graffiti Monuments Movements and Democracy

Pubblicato nel 2021 in occasione di Pompeii Commitment. Materie archeologiche

2, 3. Immagini:

Kandis Williams e Brandon English
Immagine dell’organizzatrice abolizionista Ella Dior dall’archivio di Brandon English del 2020, proiettata sulla scalinata del Tempio di Iside a Pompei, 2021
Courtesy gli Artisti

Kandis Williams e Brandon English
Immagine di un agente di polizia dall’archivio di Brandon English del 2020, proiettata sul Tempio di Iside a Pompei, 2021
Courtesy gli Artisti

4. Video:

Cassandra Press
A Monument A Ruin, 2022
video, 2’30”
Courtesy l’Artista
Presentato da CIRCA e Pompeii Commitment. Materie archeologiche

Nel ricevere il nostro invito a partecipare a Pompeii Commitment. Materie archeologiche, l’artista Kandis Williams ha proposto di iniziare una nuova ricerca sul tema dei programmata pompeianiiscrizioni parietali di propaganda politica – allo scopo specifico di indagare eventuali analogie con la politica di rappresentanza e le strategie di resistenza sociale presenti nelle democrazie contemporanee, in particolare negli Stati Uniti. Durante le sua ricerca, Williams ha incontrato l’ex archeologo di Pompei, il Prof. Antonio Varone, responsabile della catalogazione e dello studio di tutte le iscrizioni dipinte pompeiane, per rivolgergli alcune domande sulla storia locale di Pompei in quanto città di provincia e colonia romana per capire in quale modo la propaganda elettorale attraverso l’uso dei graffiti possa evocare questioni più generali sull’influenza politica e sulla voce delle categorie socialmente oppresse nelle società occidentali di oggi. Sulla scia delle proteste globali di Black Lives Matter nel 2020, l’uso e la simbologia dei graffiti negli spazi pubblici hanno assunto una rilevanza e un’influenza nuove e potenti, sollecitando una riflessione urgente sul significato e sull’espressione della “storia collettiva” nella sfera pubblica, in particolare nel contesto dei memoriali e delle statue legate alla schiavitù e al colonialismo. Possono questi monumenti essere trasformati in rovine e queste rovine diventare monumenti? Probabilmente sì. Nel giugno del 2020, la statua equestre del generale confederato americano Robert E. Lee a Richmond, Virginia, fu coperta di graffiti antirazzisti e un ritratto di George Floyd venne proiettato sul lato principale a scala monumentale. Questa immagine stratificata è stata presagio della rimozione definitiva, nel settembre 2021, della statua di Lee dal piedistallo che è rimasto al suo posto coperto di graffiti delle proteste del 2020. Tra coloro che non gradirono questa decisione ci fu l’ex Presidente degli USA Donald Trump il quale rilasciò una dichiarazione condannando la “totale profanazione” della statua. “La nostra cultura viene distrutta,” scrisse. Ci si domanda: la cultura di chi, e quale cultura?
Un’eccezionale quantità di iscrizioni parietali dipinte – chiamate tituli picti – è sopravvissuta all’eruzione del Vesuvio nel 79 A.D., rendendo Pompei un sito unico per lo studio e la comprensione dell’ambiente sociale inteso come luogo di espressione individuale fin dall’antichità. Dall’avvio degli scavi di Pompei nel XVIII secolo ai giorni nostri, sono stati rinvenuti oltre duemila tituli picti – soprattutto in latino –, spesso trovati in punti di passaggio e frequentazione pubblica, realizzati da cittadini di status e classe diversi. Contrariamente alle abitudini odierne in gran parte del mondo occidentale, in cui i graffiti sono spesso considerati espressioni non autorizzate collegate al crimine o al degrado, le iscrizioni parietali nell’Antica Roma non avevano connotazioni negative ed erano normalmente accettate come uno strumento accessibile per fare pubblicità e condividere pubblicamente opinioni e annunci. Una delle tipologie di iscrizioni dipinte più efficaci erano i programmata, ossia la propaganda elettorale a sostegno delle candidature dei politici nelle elezioni municipali. Queste brevi epigrafi, che facevano uso di formule abbreviate, erano generalmente realizzate con pittura rossa o nera sulle pareti rivolte al pubblico di strade molto frequentate ed erano firmate dalla persona, dall’associazione commerciale o artigianale o dalla società sportiva o religiosa che sosteneva la candidatura. Presentando un gran numero di nomi sia di candidati che di sostenitori, i programmata ci offrono quindi una risorsa stratificata per conoscere meglio la vita pubblica a Pompei e coloro che vi partecipavano, tra cui il ruolo politico di categorie, come le donne e gli schiavi, che non avevano diritto di voto. La critica più recente è arrivata a suggerire un parallelismo tra i graffiti ritrovati a Pompei e i social media contemporanei, affermando che le antiche iscrizioni parietali costituiscano una modalità accessibile di impegno pubblico con informazioni simili a quelle degli ambienti mediatici online di oggi.
Per pompeiicommitment.org, la piattaforma editoriale di Cassandra Press, fondata da Williams, ha sviluppato un nuovo reader (libro condensato) dal titolo A MONUMENT, a reader, pubblicato sul nostro portale in data 16 dicembre 2021, contenente letteratura accademica sulle iscrizioni pompeiane e documentazione sui monumenti confederati in tutti gli Stati Uniti. Interessata al patrimonio pompeiano come catalizzatore per creare uno spazio dissonante in cui monumentalità e rovine possono coesistere, Williams ha anche invitato il fotografo Brandon English a realizzare una nuova serie di scatti fotografici in loco a Pompei nell’arco di due notti nell’estate del 2021. I resoconti visivi di English delle proteste e delle assemblee del Gruppo abolizionista a New York del 2020 sono stati proiettati su diversi edifici e affreschi di Pompei, tra cui il Tempio di Iside – edificio sacro dedicato all’antico culto della dea egizia. Introdurre le fotografie di English nel panorama notturno del sito archeologico ha pertanto generato una nuova simbologia visiva che offre a Pompei la possibilità trans-temporale e fenomenologica di essere testimonianza e rottura al contempo.
La ricerca della Williams a Pompei si è successivamente sviluppata in un nuovo progetto video, intitolato A Monument A Ruin, commissionato dalla piattaforma di arte digitale CIRCA in collaborazione con Pompeii Commitment. Materie archeologiche e pubblicato in data 1 febbraio. Presentato nell’ambito delle attivitá editoriali e educative di Cassandra Press, il lavoro viene trasmesso ogni giorno attraverso la rete di schermi CIRCA a Londra, Los Angeles, Milano, Melbourne, New York, Seoul e Tokyo per tutto febbraio 2022. SB

Un ringraziamento speciale a Arthur Jafa e Amedeo Benestante.

Immagine in home page: Kandis Williams e Brandon English, Immagine di un agente di polizia dall’archivio di Brandon English del 2020, proiettata sul Tempio di Iside a Pompei, 2021. Courtesy gli Artisti

Kandis Williams è un’artista visiva la cui pratica abbraccia il collage, la performance, la scrittura, l’editoria e la curatela. Esplora e decostruisce la teoria critica che gravita attorno alla razza, al nazionalismo, all’autorità e all’erotismo. Il suo lavoro è incentrato sul corpo come sito di esperienza che viene simultaneamente cooptato come simbolo. Williams è fondatrice e redattrice generale di Cassandra Press.

Brandon English è un artista visivo che vive a New York interessato alle pratiche abolizioniste contemporanee e al modo con cui si intrecciano con le vestigia della produzione di immagini locali. Attraverso la lente delle tecnologie di produzione di immagini più diffuse (telefoni cellulari, fotocamere DSLR, telecamere di sorveglianza ecc.), mira a rappresentare le tematiche della razza, dell’identità e del discorso politico/sociale con una precisione più concentrata sulle sue esperienze/traumi personali piuttosto che sulla fedeltà dell’immagine.

Fondata nel 2016, Cassandra Press è un’estensione della pratica multidisciplinare di Kandis Williams. Nata come piattaforma editoriale volta a dare visibilità a testi su questioni legate alla razza, al femminismo, al potere e all’estetica, nel tempo Cassandra Press è cresciuta fino a diventare una risorsa educativa piena di sfaccettature che ospita workshop virtuali e organizza residenze d’artista oltre al suo programma editoriale. Negli ultimi cinque anni, Cassandra Press ha pubblicato trentuno libri condensati, una sorta di “dispense rilegate” in cui teoria, storia, sociologia e critica sono raccontate da una schiera di intellettuali, attivisti e fonti editoriali. Nel 2020 la piattaforma ha avviato il progetto “Cassandra Classrooms”, una serie di corsi immersivi condotti da artisti, intellettuali ed educatori che condividono la loro conoscenza personale invitando i partecipanti a svolgere indagini generative. Finora queste sessioni didattiche hanno visto la partecipazione, tra gli altri,  di Manuel Arturo Abreu, Rhea Dillon e Yaniya Lee.

Politica di rappresentanza e strategie di resistenza sociale a Pompei

 

Dalle iscrizioni parietali di propaganda politica ai graffiti presenti nelle democrazie contemporanee: analogie

Historiae35

Estratti da Franco “Bifo” Berardi,
“I Can’t Breathe”, 2018


Inventario33

Tituli picti


Pompeii Commitment

Cassandra Press, con Kandis Williams e Brandon English. A Monument A Ruin

Commitments 38 01•02•2022