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© Pompeii Commitment. Archaeological Matters, un progetto del Parco Archeologico di Pompei, 2020. Project partner: MiC.
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Mierle Laderman Ukeles. MANIFESTO FOR MAINTENANCE ART, 1969! Proposal for an Exhibition: “CARE”

Commitments 01    21•12•2020

Mierle Laderman Ukeles
MANIFESTO FOR MAINTENANCE ART, 1969!  Proposal for an exhibition: “CARE”, 1969
scritto a Filadelfia, PA, ottobre 1969
quattro pagine dattiloscritte, ciascuna 21.6 x 28 cm
© Mierle Laderman Ukeles
Courtesy l’Artista e Ronald Feldman Gallery, New York

Ripubblichiamo qui integralmente il manoscritto originale del MANIFESTO FOR MAINTENANCE ART, 1969!  Proposal for an exhibition: “CARE”, di Mierle Laderman Ukeles, nell’ambito di una collaborazione di ricerca tra Pompeii Commitment. Materie Archeologiche e il secondo numero della rivista Dune, pubblicato da Flash Art. Scritto nel 1969 e “frutto di un’enorme furia”, il testo di Ukeles rappresenta un punto di svolta fondamentale nel percorso di ricerca dell’artista, segnalando il momento in cui la stessa non tenta più di nascondere il lavoro di manutenzione in cui era costantemente coinvolta. Al contrario, definisce le attività quotidiane in cui è impegnata a pulire, spazzare, lavare e cambiare pannolini come “arte della manutenzione” (maintenance art) e, in tal modo, ne afferma la rilevanza artistica. Ukeles dichiara che “la manutenzione ha a che fare con la sopravvivenza, con la continuità nel tempo. Puoi creare qualcosa in un secondo. Ma sia che si tratti di una persona, sia che si tratti di un sistema, per tenerlo, devi mantenerlo. Penso che dobbiamo valorizzare chi fornisce questo servizio e apprendere da loro.” [1] Nonostante il suo profondo radicamento in un preciso momento storico, il MANIFESTO è stato comunque creato pensando al futuro, dal momento che tenta di analizzare le pratiche temporali della manutenzione che sottostanno a ogni atto di creazione e di trasformazione rivoluzionaria. Di fatto, lo stesso team di curatori di Pompeii Commitment è stato influenzato fortemente da Ukeles quando ha scelto di descrivere i propri compiti come “Manutenzione epistemologica, curatoriale ed editoriale”, sottolineando in tal modo gli obiettivi di lungo termine di cura e impegno all’interno dei propri ruoli. Inoltre, la visione di Ukeles della città come forza creativa è in profonda consonanza con il lavoro quotidiano del personale del Parco Archeologico di Pompei, che include dipendenti specializzati e conservatori. Infatti, Pompei fu, e ancora è, prima di tutto un contesto urbano le cui strade richiedono di essere pulite e le cui piante vanno potate, tanto per fare due esempi. Attualmente, Pompei è conservata e, per prendere in prestito un’espressione di Ukeles, “tenuta viva” come sito archeologico fisico attraverso la cosiddetta Manutenzione Ordinaria: attività che, facendo affidamento su un lavoro lento e su lunghe tempistiche, garantiscono che le materie archeologiche, per loro stessa natura non più restaurabili né ricomponibili, possano continuare a esistere come rovine che rendono meno netta la distinzione tra umano e non umano, tra soggetto e oggetto, tra creatori e manutentori. SB

Immagine in home page: Mierle Laderman Ukeles, Washing / Tracks / Maintenance: Outside, 1973. Parte della serie di Maintenance Art performance, 1973-1974. Performance al Wadsworth Atheneum, Hartford, CT. © Mierle Laderman Ukeles. Courtesy l’Artista e Ronald Feldman Gallery, New York


1. Mierle Laderman Ukeles (1996). Flow City. “Grand Street”, n. 57: pp. 199-213

Mierle Laderman Ukeles (Denver, 1939. Vive a New York) si è interessata alle attività di manutenzione da diversi decenni, fin da quando nel 1969 pubblicò il suo MANIFESTO FOR MAINTENANCE ART 1969! Proposal for an exhibition “CARE”, e per tutto l’arco della sua carriera come artista in residenza presso il New York City Department of Sanitation (il Dipartimento per la nettezza urbana di New York City), un ruolo ufficiale non stipendiato che detiene dal 1977. Le sue opere, in cui si assottigliano i confini tra manodopera e performance, tra sistemi collettivi e spirito individuale, portano alla luce le connessioni tra lavoro e lavoratori, tra città e ambiente. Uno dei suoi progetti più monumentali, TOUCH SANITATION (1979-80), fu realizzato da Ukeles nel corso di diciotto mesi di ricerche approfondite, fundraising, pianificazione, apprendimento del sistema ed esame delle relazioni tra chi vive in una comunità e chi è al suo servizio. Ci vollero altri undici mesi per realizzarlo. Si recò presso ogni singolo deposito, sezione, stazione di trasferimento, discarica e strinse personalmente la mano a 8500 lavoratori della nettezza urbana nel sistema di cinque municipi, dicendo a ognuno, di persona: “Grazie perché mantieni New York viva!”. Tramite la sua pratica femminista, l’artista rivendica uno spazio estetico e sociopolitico al lavoro ripetitivo, iterativo e inevitabile della cura e della manutenzione. È convinta che l’arte crei libertà e chiede se “possiamo progettare modalità di sopravvivenza – per un pianeta florido, non entropico – che non schiaccino la libertà personale e civica, e che non mettano a tacere la voce dei singoli individui”. Ha esposto i propri lavori a livello internazionale, al Whitney Museum of American Art, al MoMA PS1 e al Queens Museum, New York; al Museum of Contemporary Art, Los Angeles; al Tel Aviv Museum of Art; alla Biennale di Sharjah; alla Haus der Kunst, Monaco; all’Art Institute of Chicago; alla Biennale di Istanbul; per citarne alcuni. Ha vinto borse di studio presso le Fondazioni Guggenheim, Andy Warhol, Joan Mitchell e Anonymous Was a Woman. Ha inoltre ricevuto dottorati onorari dalla Rhode Island School of Design, dal Maine College of Art e dalla School of the Art Institute of Chicago. I suoi manoscritti e annotazioni d’archivio sono custoditi nella collezione degli Smithsonian Archives of American Art.

Pompeii Commitment

Mierle Laderman Ukeles. MANIFESTO FOR MAINTENANCE ART, 1969! Proposal for an Exhibition: “CARE”

Commitments 01 21•12•2020