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© Pompeii Commitment. Archaeological Matters, un progetto del Parco Archeologico di Pompei, 2020. Project partner: MiC.
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Jimmie Durham. THE MATTER

Commitments 03    07•01•2021

Jimmie Durham
THE MATTER, 2020
poesia inedita
Courtesy l’Artista

Immagini: sopralluogo alla cava dei Fratelli Fiengo, Ercolano, 2017
4, 5 Photo Alessia Volpe
2, 3, 6 Photo Maurizio Morra Greco

Il 29 settembre 2017, Jimmie Durham e la compagna Maria Thereza Alves si recano alla cava dei Fratelli Fiengo, a Ercolano, per scegliere la pietra che avrebbe dovuto “schiacciare” un’automobile, in occasione di quella che sarebbe stata la nuova versione (non ancora realizzata, alla data attuale) della serie di azioni/installazioni Still Life with Stone and Car, presso la Fondazione Morra Greco di Napoli. Come da testimonianza di Alessia Volpe, che li accompagnava come coordinatrice del progetto, in quel giorno furono esaminate decine di pietre, vagando nella cava per ore, ma nessuna sembrava adatta. “Too long”, “too small”, “too spongy”, diceva Jimmie. Poi all’improvviso,THIS IS IT”. La pietra pesava undici tonnellate. “E mentre mi avvicinavo per fotografarlo”, ricorda Volpe, “sentivo che Jimmie le parlava”. La documentazione fotografica di quel sopralluogo, e di quell’incontro fra Durham e la materia della propria opera, accompagna e introduce un poema inedito che l’artista ha composto per Pompeii Commitment. Materie archeologiche, con il titolo THE MATTER (“LA MATERIA”). Giocando sul doppio significato di questa parola, che in inglese significa sia “materia, materiale” in quanto nome (matter) sia “avere importanza, significare” in quanto verbo (to matter), Durham propone un fondamentale quesito sul senso dell’esistenza e, sullo sfondo di essa, dell’operare artistico. Rivendicando l’attività creativa e la dignità intellettuale insita in ogni materia, vivente e non-vivente, e muovendosi fra consapevolezza di un’evoluzione multi-specie, fisica quantistica e coscienza soggettiva, nei suoi versi lirici Durham delinea l’orizzonte stesso della sua pratica, intesa a elevare con leggerezza, ribaltandolo, il peso della storia. In questo caso, l’artista ci invita a considerare il flusso vitale continuo di particelle atomiche che rende anche la materia apparentemente più umile e inerte – come quella di un masso, o, per assonanza, quella archeologica pompeiana – tutt’altro che qualcosa di statico e di finito. SB-AV

La traduzione in italiano di THE MATTER é di Stella Bottai. La versione originale inglese é consultabile qui.

Immagine in home page: Sopralluogo alla cava dei Fratelli Fiengo, Ercolano, 2017. Photo Alessia Volpe

Jimmie Durham (Arkansas, 1940–Berlino, 2021) era un artista, saggista, poeta e attivista politico. Alla radice della sua pratica è il tentativo di rivoluzionare i fondamenti della cultura occidentale e gli stereotipi imposti dalle espressioni del sapere dominante. Articolando fra loro disegno, scrittura, video, performance e scultura, Durham opera in una costante dialettica fra costruzione, distruzione e ricostruzione. A partire dal 1964 si dedica all’attività artistica, successivamente studia arte a Ginevra e nel 1973 torna negli Stati Uniti per dedicarsi all’attività politica come attivista dell’American Indian Movement e divenendo direttore dell’International Indian Treaty Council e suo rappresentante davanti alle Nazioni Unite (il primo rappresentante ufficiale di una minoranza all’interno di questa organizzazione). Successivamente si trasferisce in Messico e, nel 1994, si reca di nuovo in Europa. Indagatore del dinamismo delle forme e degli immaginari con cui l’essere umano risponde ai bisogni più essenziali, e critico della supposta unitarietà dell’identità individuale e culturale, Durham ha descritto l’architettura e la scultura come discipline solo apparentemente stabili che, agendo in un ricercato contrasto con la natura, creano un ordine ripetitivo, limitante, coercitivo. Tra le materie ricorrenti nelle sue opere vi sono invece spesso elementi naturali, come pietre e massi che schiacciano i simboli del consumismo globalizzato (mobili, frigoriferi, automobili, aerei), o quegli oggetti e utensili eterogenei di uso quotidiano destinati a divenire scarti e scorie, che Durham recupera e ricompone a formare simulacri insieme entropici e lirici, in cui coesistono efficientismo industriale e mistero atavico dei simboli e degli archetipi, progresso e vitalità della materia, Storia e memoria, realtà e surrealtà. Autore di numerosi testi e pubblicazioni, dopo la sua partecipazione a numerose edizioni della Biennale di Venezia (1999, 2001, 2003, 2005, 2013) – nonchè a Documenta (1992, 2012), alla Whitney Biennial (1993, 2003, 2014) e alla Istanbul Biennale (1997, 2013) – nel 2016 riceve il Goslar Kaiser Ring Award, nel 2017 il Robert Rauschenberg Prize e nel 2019 il Leone d’Oro alla Carriera alla 58° Biennale di Venezia.

Pompeii Commitment

Jimmie Durham. THE MATTER

Commitments 03 07•01•2021

LA MATERIA

 

Che cosa importa se la materia è nient’
Altro che una manciata di fotoni, elettroni e muoni
Comunque?

Sono solo leptoni semi-innocui, dopotutto.
Non come folletti o rane leopardo. Che cosa
Succede,

Hai perso la lingua? Nell’anno bisestile (ora) saltano le rane
Danza di rane sul suolo della foresta.
Sostanza

È la natura essenziale, il significato, di qualcosa.
Potresti pensare che non significhi niente di niente
Per te,

Anche se i neutrini attraversano te e tutto quanto
Tutto il tempo, fermandosi per niente, senza disturbare nulla,
Senza senso.

Perché?, potresti chiedere, e allora; non significa niente per me.
Sicuramente tutto tutta questa roba ha un significato
Però.

Perché io sono qui? Perlopiù, se eventi causa-effetti
O situazioni, perché anche se lo spazio è ancora più infinito di quanto immaginiamo,
Non ci sono così tanti posti per esseri come noi.

 

Jimmie Durham, Napoli, 2020