1.
Lucy Raven
Documentazione dell’installazione Casters, 2016
Serpentine Galleries, Londra
Courtesy l’Artista
2, 3.
Lucy Raven
Drawings for Sirens, 2021
inchiostro metallico su carta
25.4 x 35.5 cm
Photo Chandler Allen
Courtesy l’Artista
Linee d’oro scintillano e linee d’argento brillano in questi dieci nuovi disegni di Lucy Raven, intitolati Drawings for Sirens (“Disegni per sirene”, 2021) che catturano in due dimensioni il riflesso della luce da fari simili a sirene, che attraversano l’architettura della Casa dei Vettii di Pompei. Questi disegni si estendono dalla serie di sculture cinetiche dell’artista, chiamata Casters (2016-), che collocano coppie di luci teatrali su armature metalliche personalizzate che visivamente fanno rima con la scultura minimalista, ma che fisicamente derivano dall’idea di roto-casters – dispositivi usati per modellare gli oggetti mediante rotazione. Il Casting è un modo attraverso il quale gli archeologi di Pompei sono stati in grado di visualizzare l’invisibile; a dare forma ai corpi che si sono disintegrati sotto la pressione, durata 1700 anni, derivante dall’accumulo e dal raffreddamento degli strati calcificati di cenere dovuti al flusso piroclastico ad alta temperatura che decimò la città nel 79 d.C. Il caso ha voluto che il primo brevetto per il roto-casting e la tecnologia di Giuseppe Fiorelli per rendere dei calchi le cavità dei corpi nell’archivio archeologico/geologico di Pompei furono inventati entro quindici anni l’uno dall’altro alla fine del XIX secolo. Le forme di questi calchi (di corpi) di Pompei appaiono in molti dei disegni di Raven, come se fossero stati rivelati dai proiettori, secoli dopo essere stati bruciati – all’interno dell’architettura pompeiana – sotto esplosioni di luce infuocata, accompagnate da lava, rocce, polvere, fumo e cenere.
I corpi delle migliaia di persone che non riuscirono a fuggire da Pompei caddero nell’oscurità sotto lampi di luce; il Pompeii Commitment di Raven propone di introdurre una coreografia ripetitiva di luce che ruota in slow motion, illuminando ciò che abbiamo imparato e tutto ciò che abbiamo ancora da imparare dall’analisi forense archeologica che ci consente di riconsiderare le dure linee della storia. Il nostro tempo su questo pianeta diventerà parte della superficie del suolo, per una futura testimonianza archeologica; quali momenti bui potremmo aver paura di vedere illuminati sotto un riflettore? Chissà cos’altro potremmo scoprire guardando lo spazio con una Luce Nera, come scrive poeticamente Denise Ferreira da Silva pensando a cosa accade quando “illuminiamo ciò che deve rimanere oscuro affinché la fantasia di libertà e uguaglianza rimanga intatta”. Secondo gli studiosi che analizzano i sigilli in bronzo nel salone anteriore, i proprietari di Casa dei Vettii erano Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, ex schiavi o liberti. Ciò testimonia la mobilità socioeconomica che era, in una certa misura, possibile nella società romana – qualcosa di interessante a cui pensare in tempi come i nostri, in cui la crescente disuguaglianza e l’ingiustizia razziale e sociale esplodono in tutto il mondo.
L’uso che fa Raven della luce rotante all’interno del suo lavoro è stato, in parte, ispirato dalla sua visita alle grotte di Ajanta ed Ellora in India, capolavori dell’arte religiosa Buddhista e Giainista risalenti al II secolo a.C. al VI secolo d.C.. Ti imbatti nel potere travolgente dei murales, all’interno delle caverne, mentre dirigi la luce su di essi con la torcia portatile; è impossibile vedere la totalità dei murales in una sola volta, e c’è una connessione tattile tra il movimento della tua mano e l’esposizione di ciò che i tuoi occhi possono vedere – altrimenti, sarebbe tutto buio. Come Ajanta ed Ellora, le superfici della Casa dei Vettii sono ricoperte di immagini che raccontano storie delle incredibili gesta di Dio e dell’uomo. I nuovi disegni di Raven seguono la lenta rotazione di luci, a 360 gradi, delle sculture della sua serie Casters, immaginando la loro installazione all’interno della Casa dei Vetti: quando la luce colpisce gli affreschi, i dettagli emergono dall’oscurità.
L’opera evoca un senso di pericolo imminente, la sensazione che qualcosa di violento stia per accadere; un avvertimento, simile a quello di una sirena, nel presente, ad imparare dal passato, quando le sfide che affronteremo nel futuro si sveleranno. L’opera mette, altresì, in evidenza la teatrale natura della storia. Se l’eruzione del Vesuvio fosse effettivamente avvenuta il 24 agosto, come suggeriscono alcuni storici, coinciderebbe con la fine della Vulcanalia, la festa del dio romano del fuoco, nonché con l’apertura (l’inizio) del rituale noto come Mundus Cereris, connettendosi al mondo sotterraneo. Migliaia di anni dopo, il 12 giugno del 1991, nel giorno in cui ricorreva l’Indipendenza Filippina, si verificò l’eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine, che fu responsabile dell’espulsione definitiva dell’esercito americano dalla base militare di Clark. I vulcani sembrano avere un interessante senso del tempismo. DCB
Immagine in home page: Lucy Raven, Drawings for Sirens, 2021. Courtesy l’Artista
Lucy Raven (Arizona, 1977) ha conseguito un BFA in studio art e un BA in storia dell’arte presso la University of Arizona, Tucson, nel 2000, e un MFA presso il Bard College’s Milton Avery Graduate School of the Arts, Annandale-on-Hudson, New York, nel 2008. Le sue opere sono state presentate in mostre personali presso Nevada Museum of Art, Reno (2010); Hammer Museum (2012); Portikus, Frankfurt (2014); Yerba Buena Center for the Arts, San Francisco (2014); VOX centre de l’image contemporaine, Montreal (2015); Columbus Museum of Art (2016); e Serpentine Galleries, London (2016–17). Tra le mostre collettive si ricordano Mass MoCA, North Adams, Massachusetts (2008–09); Wexner Center for the Arts, Ohio State University, Columbus (2010); Whitney Museum of American Art, New York (2013); e Los Angeles County Museum of Art (2018–19). Inoltre, il lavoro di Raven é stato incluso nella Whitney Biennial del 2012 a New York City, nella Montreal Biennial del 2016, e nel Dhaka Art Summit 2018 in Bangladesh. Una mostra personale di nuove opere sta per essere presentata come progetto inaugurale del Dia Chelsea, New York, from April 16, 2021 – January , 2022. Insieme a Vic Brooks e Evan Calder Williams, Raven e’ membro fondatore di 13BC, un collettivo di ricerca e produzione di immagine in movimento. Raven insegna alla Cooper Union School of Art a New York.
Diana Campbell Betancourt e’ una curatrice americana, laureata a Princeton, che dal 2010 lavora nel Sud e Sudest asiatico, principalmente in India, Bangladesh e le Filippine. Il suo lavoro e’ impegnato alla promozione di un mondo dell’arte transnazionale, e la sua visione plurale e ampia si occupa delle preoccupazioni di regioni e artisti sotto-rappresentati insieme a quelle dei più affermati attraverso varie piattaforme. Dal 2013 e’ Founding Artistic Director della Samdani Art Foundation a Dhaka, Bangladesh e Chief Curator del Dhaka Art Summit, guidando le acclamate edizioni del 2014, 2016, 2018, e 2020. Parallelamente al suo lavoro in Bangladesh, dal 2016-18 e’ stata anche Founding Artistic Director di Bellas Artes Projects nelle Philippines, e ha curato Frieze Projects a Londra nelle edizioni della fiera del 2018 e 2019. E’ Chair del board del Mumbai Art Room ed é advisor di AFIELD, un network globale di pratiche artistiche impegnate socialmente. Ha scritto per Mousse, Frieze, Art in America, the Museum of Modern Art (MoMA) tra gli altri.
La natura teatrale della storia
08 • 04 • 2021 Luci e ombre sulla Casa dei Vettii di Pompei