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© Pompeii Commitment. Archaeological Matters, un progetto del Parco Archeologico di Pompei, 2020. Project partner: MiC.
Tutte le immagini d’archivio o realizzate al Parco Archeologico di Pompei sono utilizzate su concessione di MiC-Ministero della Cultura-Parco Archeologico di Pompei. È vietata la duplicazione o riproduzione con qualsiasi mezzo.

Gianni Pettena. Presenza/Assenza

Commitments 21    27•05•2021

1. “Storia di amicizia e natura. Lettera ad Andrea Viliani per un progetto a Pompei” in Luca Cerizza, a cura di, Gianni Pettena: 1966-2021, Mousse Publishing, Milano, 2021
© Mousse Publishing

2. “A Story of Friendship and Nature. Letter to Andrea Viliani, for a Project at Pompeii” in Luca Cerizza, a cura di, Gianni Pettena: 1966-2021, Mousse Publishing, Milano, 2021
© Mousse Publishing

3. Immagini:

Laboratorio di restauro dei calchi presso la Casa del Bracciale d’oro
Parco Archeologico di Pompei
Photo Amedeo Benestante

4, 5, 6. Immagini:

Gianni Pettena
Presenza/Assenza,
2020
Photo Sergio Bettini

Fin dalla sua concezione nell’estate 2020, l’an-architetto Gianni Pettena ha contribuito alla costruzione di Pompeii Commitment. Materie archeologiche quale progetto basato sulla ricerca e sull’intreccio fra più discipline e forme espressive, configurandolo, al pari dell’antica città di Pompei sepolta nel 79 d.C. e riscoperta in epoca moderna a partire dal 1748, come una vera e propria an-architettura ante litteram, al contempo reale e fittizia, costantemente progettata e ri-progettata.
Nei mesi che hanno preceduto l’avvio del portale www.pompeiicommitment.org il Parco Archeologico di Pompei ha collaborato con altre tre istituzioni (Kunst Meran Merano Arte; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato; MAXXI Architettura/MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma) alla realizzazione del volume retrospettivo Gianni Pettena. 1966-2021, a cura di Luca Cerizza e pubblicato da Mousse Publishing, Milano. Nel volume – che come in una timeline attraversa l’intero corpus biografico e intellettuale della ricerca di Pettena – Pompei rappresentata il progetto non ancora realizzato e quindi la prospettiva sul futuro, l’in-progress e l’in fieri. Alle pagine 88-89 e 220-221 Pettena vi ha infatti pubblicato le premesse e i primi schizzi progettuali dell’opera che, nel corso del 2021 (data ipoteticamente terminale del volume, ma all’epoca della sua pubblicazione ancora futura), sarebbe stata da lui realizzata e donata alla collezione del Parco. In quelle pagine Pettena traccia la genesi di un’opera ancora inesistente, nata dall’osservazione e nel ricordo di altro artista, Walter Pichler. Ricordando una sua visita in compagnia dell’architetto Alessandro Mendini alla casa-studio di Pichler a Burgenland – al confine fra Austria, Italia e Slovenia – Pettena racconta di come l’amico artista avesse realizzato due fori all’interno di una camera del suo studio, in modo che a ogni scroscio di pioggia l’acqua potesse liberamente filtrare all’interno e, dopo essere fluita al di sotto di una seduta incassata nel muro, rendervi percepibile quanto stava accadendo all’esterno, mettendo così in contatto lo studio e il mondo al di fuori di esso. Una penetrabilità della membrana architettonica che evoca innanzitutto l’architettura biodinamica della domus pompeiana, già rilevata all’inizio del XX secolo anche da Le Corbusier nei suoi diari di viaggio. L’indicazione di un vivere e di un costruire all’unisono – fra esseri umani come fra dimensione culturale e naturale – incarna inoltre la memoria di un rapporto biografico e si fa materializzazione di un ricordo incentrato, nelle parole di Pettena stesso, “sul piacere del vivere questa vita che, quando in gran parte vissuta, ci permette di sederci e ricordare che cosa pensavamo e provavamo, che cosa è successo, che cosa lasciamo”. Progetti e ricordi e che possono “ri-fisicizzarsi” ricostruendo “memoria a una memoria”, ovvero raccontandoli nuovamente ad altri e cercando di coglierne le risonanze. In questo modo Pettena conferisce una consistenza al contempo fisica e ipotetica alla nostra esperienza di spazio e di tempo e ci indica come essi vengano costantemente riplasmati dalla nostra azione e dal nostro pensiero. La sua memoria corre ai calchi pompeiani, matrice di questa sua opera in divenire per Pompei, in quanto architetture del vuoto o, anch’esse, potenziali an-architetture. Per abitare questo spazio-tempo instabile e molteplice Pettena progetta quindi un calco del suo corpo seduto con le braccia allargate (quasi a parametrare lo spazio a sua disposizione), mentre si immerge in una massa composta tanto dalla materia plastica del suo calco quanto dalla riattivazione del ricordo dell’amico. Nei mesi successivi, appena realizzata l’opera, egli si fa poi fotografare mentre si siede su di essa, come per invitarci e prendere anche noi posto in quest’architettura in parte reale e in parte immaginata, oscillante fra presenza e assenza, passato e futuro, palinsesto al contempo materiale e memoriale. Un calco di qualcosa che non è mai esistito, se non appunto come ricordo o come progetto: qualcosa da immaginare come possibile, per poi provare ad abitarlo. L’opera sarà allestita a Pompei nei prossimi mesi, attivando un ulteriore slancio progettuale la cui cura e ispirazione ulteriori, a quel punto, saranno affidate ad altre, nuove persone, ai loro ricordi e ai loro progetti. AV

Si ringraziano: Luca Cerizza, Ilaria Bombelli, Matteo Gualandris, Vittoria Mieli, Agnese Cantelmi, Mousse Publishing, Milano; Samuele Sodini, Poliart S.r.l.

Immagine in home page: Gianni Pettena, Progetto per Presenza/Assenza, 2020. Courtesy l’Artista

La ricerca di Gianni Pettena (Bolzano, 1940. Vive e lavora a Firenze) costituisce una delle fondamenta pratiche e teoriche di quella che, nel 1971, lo storico dell’arte e critico Germano Celant definii “Architettura Radicale”, consistente in una riflessione sulle potenzialità stesse dell’architettura agita e animata dal confronto fra i gruppi fiorentini Archizoom, Superstudio, UFO, Zzigurrat, 9999 e il torinese Gruppo Strum. Operando sul piano inclinato che dal progetto conduce alla sua realizzazione e articolando fra loro discipline differenti quali antropologia, architettura, arti visive, urbanistica e scienze sociali, Pettena ha costruito, più che edifici o oggetti, un’organica narrazione critica sul valore etico ed estetico del costruire, sulle sue matrici immaginarie e immaginifiche, sulle sue pulsioni liberate dagli standard dalle funzioni d’uso, sulle connessioni che ogni elemento antropico intrattiene inevitabilmente anche con l’ecosistema ambientale o con ogni altra forma di costruzione naturale. In questo senso Pettena è autore di un corpus di opere in cui si relazionano progettazione sperimentale, installazione, azione performativa e un’intensa attività didattica. Nel 1971 è artist-in-residence al Minneapolis College of Art and Design e nel 1972 alla University of Utah, dal 1973 – oltre alla fondazione del sistema di laboratori pubblici Global Tools – inizia a collaborare con la Facoltà di Architettura di Firenze dove, fino al 2008, insegnerà Storia dell’Architettura Contemporanea, mentre negli anni Ottanta tiene corsi anche alla Domus Academy di Milano e alla CSU-California State University. Dall’attività didattica originano pubblicazioni saggistiche quali, nel 1973, il seminale volume L’anarchitetto, anti-libro che riunisce in forma di racconto il linguaggio della poesia visiva e l’approccio del diario fotografico dal vivo. Tra le pubblicazioni successive: La città invisibile. Architettura sperimentale 1965/75, 1983; Radicals. Architettura e Design 1960-1975, 1996; ARCHIPELAGO. Architettura sperimentale 1959-1999, 1999; Radical Design. Ricerca e progetto dagli anni ’60 a oggi, 2004. Nel 2002 il Frac Centre di Orléans gli dedica l’estesa mostra retrospettiva Gianni PettenaLe métier de l’architect. Anche a ottantadue anni l’an-architetto Pettena, pur continuando a costruire poco, continua a progettare.

Pompeii Commitment

Gianni Pettena. Presenza/Assenza

Commitments 21 27•05•2021