Liliane Lijn

Liliane Lijn (1939, New York, USA) ha studiato archeologia all’università La Sorbona di Parigi. Inizialmente influenzata dal Surrealismo e dal Buddismo, già nel 1962, grazie all’amicizia con i poeti della Beat Generation comincia ad esplorare il rapporto tra linguaggio e luce nelle sue Poem Machines. Ispirandosi alla scienza, alla mitologia femminile e alle filosofie orientali, Lijn utilizza materiali industriali e naturali dalle forme geometriche per reinventare il femminile. La scienza e il mito vengono trasformati da archetipi cosmogenici in disegni, performance, opere audiovisive e cinetiche. La percezione è uno dei suoi principali interessi, insieme al rapporto tra materia e luce.
Lijn ha conseguito un dottorato onorario presso l’Università di Warwick e ha ottenuto numerose residenze, la più recente presso l’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO) di Pisa. Esposte a livello internazionale dagli anni Sessanta, le sue opere sono presenti nelle collezioni di numerose istituzioni pubbliche, tra cui la Tate Britain, il British Museum, il Victoria and Albert Museum a Londra e la FNAC a Parigi. Le sue mostre recenti includono: Liliane Lijn: Arise Alive, Haus Der Kunst, Monaco di Baviera (2024) in tour a mumok – Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna (2024-2025) e Tate St. Ives, Saint Ives (2025); Americans in Paris: Artists Working in Postwar France, 1946-1962, Grey Art Museum, New York (2024); Sirens (some poetics), Amant Foundation, New York (2022); The Milk of Dreams, La Biennale di Venezia, Venezia (2022). Liliane Lijn: Arise Alive è accompagnata da una monografia appositamente realizzata. Il suo memoir Liquid Reflections sarà pubblicato da Hamish Hamilton, Penguin Random House, a marzo 2025.

FOTO DI Anne Purkiss