Liliane Lijn

Liliane Lijn (1939, New York, USA) ha studiato archeologia all’università La Sorbona di Parigi. Buddismo e Surrealismo sono state tra le sue prime influenze, in particolare gli scritti del poeta Antonin Artaud e il suo interesse nella ‘consapevolezza’. Partendo da un nucleo visionario, ispirato dalla scienza, dalla mitologia femminile e dalle filosofie orientali, Lijn unisce materiali industriali con processi artistici con lo scopo di reinventare il corpo femminile. Lijn sostiene che le donne debbano ritrovare potere spirituale e invoca la visione mitica della dea, insieme ad una chiara comprensione scientifica del mondo. La sua ricerca recente si concentra sull’antica mitologia sumera, filtrata attraverso i suoi sogni e i suoi ricordi. Scienza e mito sono trasformati e tradotti da questi archetipi cosmogenici in disegni, performance e lavori audiovisivi e cinetici. Esposte in tutto il mondo sin dagli anni Sessanta, le sue opere si trovano in numerose collezioni, tra cui Tate Britain, The British Museum, Victoria and Albert Museum, Londra; FNAC, Parigi. Mostre recenti e future includono: If Not Now When: Generations of Women Sculptors, 1960 – 2022, The Hepworth Wakefield, Wakefield (2023); Making New Worlds: Li Yuan-chia and Friends, Kettle’s Yard, Cambridge (2023-2024); Concrete Experience, Badischer Kunstverein, Karlsruhe (2023); Siren (some poetics), Amant Foundation, New York (2022); The Milk of Dreams, La Biennale di Venezia, Venezia (2022); Light: Works from Tate’s Collection, Australian Centre for the Moving Image, Melbourne (2022).

FOTO DI Anne Purkiss