Una serie di dipinti digitali di nuova produzione, dal titolo Inventory of Magic Mining NO. 1-5, dà avvio alla Digital Fellowship di Miao Ying. Generate con un motore per videogiochi, queste opere mostrano un panorama di dati informatici e di data mining in cui la magia della tecnologia è presentata nelle sue manifestazioni storiche: dal primo fuoco generato dall’uomo, ai tunnel da viaggio nel tempo situati tra miniere di carbone e centri di data farming. Tali lavori alludono a un misticismo tecnologico appartenente a narrazioni più-che-umane, e sono un indizio importante per orientarsi nella lettura della graphic novel che verrà svelata gradualmente su pompeiicommitment.org, con la pubblicazione di un nuovo capitolo ogni due settimane. In assenza di tale indizio, sarebbe difficile accorgersi che Tempus Fugit: Pompeii’s Paradox and Fading Empires sia stato scritto per Pompeii Commitment. Materie archeologiche da un’Intelligenza Artificiale – Machine Learning Text Generation Neural Networks e Generative Pre-trained Transformer 3, meglio nota come GPT-3 – sulla base delle indicazioni dell’artista. Miao Ying ha infatti istruito l’IA a studiare e assorbire diversi stili di scrittura e ha poi generato un assistente non umano attraverso un chatbot. Alimentando ChatGPT con libri antichi ed enciclopedie dedicate agli usi e costumi nel mondo romano, con romanzi ottocenteschi e manuali di restauro, così come con libri contemporanei e storici[1] su Pompei, nonché opere letterarie cinesi ed europee sui viaggi nel tempo, Miao Ying ha dato vita a un meta-archivio da cui sono state generate le avventure di un personaggio di nome Jack: un turista americano contemporaneo incantato dalla propria prima visita a Pompei e tentato dal facile accesso alla moltitudine di frammenti e manufatti archeologici, ignaro della maledizione e della capacità di viaggiare nel tempo che essi nascondono al proprio interno. Man mano che la trama procede, l’incontro con un gladiatore romano si trasforma in uno scambio socio-culturale che va dall’antica Roma all’America contemporanea, sino a toccare addirittura una Pompei medievale.
L’autorialità non umana di Tempus Fugit: Pompeii’s Paradox and Fading Empires colloca la Digital Fellowship di Miao Ying al centro dei dibattiti che caratterizzano l’episteme tecnologico del nostro tempo. ChatGPT è un chatbot di Intelligenza Artificiale sviluppato dall’azienda statunitense OpenAI, branca di Microsoft. È stato lanciato nel novembre 2022 e costruito sulla base delle grandi famiglie di modelli linguistici GPT-3.5 e GPT-4 di OpenAI. Il suo utilizzo si è rapidamente diffuso su scala mondiale, raggiungendo oltre un milione di utenti in un solo mese, non senza polemiche e complicazioni. Un dibattito è in corso presso gli istituti educativi sulla possibilità di consentire a studenti e ricercatori di utilizzarlo citandolo tra le fonti, mentre il “fratello malvagio” DAN – abbreviazione di “Do Anything Now”, una versione ‘pirata’ di ChatGPT, non concatenata e non filtrata – si scatena dando suggerimenti online su come bluffare a poker, oltre a dimostrare che, in assenza di linee guida rigorose, il chatbot di Intelligenza Artificiale mastica e ricicla pregiudizi patriarcali esprimendo idee estremamente razziste, sessiste e omofobe. La censura, le culture della rete e le tecnologie digitali avanzate sono fonti di primaria importanza nell’indagine di Miao Ying, che da tempo esplora le reazioni potenzialmente ironiche al controllo statale coercitivo, osservando anche cosa succede quando si alimenta l’IA con ideologie d’opposizione. Un suo lavoro passato, The Blind Spot (2007), è un dizionario mandarino lungo 1.869 pagine, con annotazioni a mano che indicano 2.000 termini di ricerca in quel momento censurati in Cina. L’artista ha trascorso tre mesi a cercare ogni parola su google.cn. Chinternet Plus (2016) consiste invece in una parodia della strategia originale di Internet Plus, un piano di digitalizzazione quinquennale introdotto nel 2015 dal primo ministro del Consiglio di Stato cinese, Li Keqiang. Più di recente – affascinata da quella che definisce la “sindrome di Stoccolma” che i cittadini cinesi sperimentano nei confronti del cosiddetto “Great Firewall” e dall’esperienza di navigazione in internet in Cina (il “Chinternet”) – l’artista ha sviluppato il progetto Pilgrimage into Walden XII (2020-in corso), che include un software di apprendimento automatico di live simulation e un film scritto da GPT-3 e si articola in una storia romantica tra uno scarafaggio-cittadino e l’IA che monitora il suo comportamento.
Il lavoro sviluppato da Miao Ying per la Digital Fellowship fa emergere la proposta di un approccio collaborativo, sia con ciò che è più-che-umano sia con gli esperti che hanno contribuito a selezionare il materiale sorgente che è stato fornito all’IA, un ethos che risuona fortemente con il più ampio programma di ricerca di Pompeii Commitment. Materie archeologiche. Sia Miao Ying sia i programmi di Intelligenza Artificiale con cui l’artista ha lavorato hanno appreso da Pompei per sviluppare una nuova metodologia: una tecno-archeologia avanzata che recupera le informazioni perdute e interpreta i substrati dei dati storici al fine di generare ciò che la studiosa cyberfemminista Donna Haraway definisce “fabulazione speculativa”. Attraverso tale lente, lo stesso portale online di Pompeii Commitment. Materie archeologiche diventa potenzialmente un oracolo digitale di storie non ancora raccontate, in cui un evento, o un paradosso – invece che una catastrofe – si rivelano in grado di cambiare il corso della storia lineare. CA
[1] I riferimenti letterari utilizzati per la stesura della graphic novel sono consultabili qui.
Miao Ying & ChatGPT
Tempus Fugit: Pompeii’s Paradox and Fading Empires, 2023
graphic novel
Courtesy l’Artista e Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna
Miao Ying
Inventory of Magic Mining NO. 1-5, 2023
dipinti digitali
Courtesy l’Artista e Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna
Immagine in home page: Miao Ying, Tempus Fugit: Pompeii’s Paradox and Fading Empires, 2023, graphic novel. Courtesy l’Artista e Galerie nächst St. Stephan Rosemarie Schwarzwälder, Vienna
Miao Ying (1985, Shanghai, Cina) vive e lavora tra New York e Shanghai. Fa parte della prima generazione di artisti contemporanei cresciuta in Cina con internet, la riforma economica e la politica del figlio unico, e formatasi sia nel Paese natale sia in Occidente. È conosciuta per progetti artistici e scritti che esplorano la cultura del web cinese, esprimendo una relazione da “sindrome di Stoccolma” con l’autoritarismo. Le sue mostre personali comprendono: M+ Museum, Hong Kong (2018); New Museum, New York (2016); Padiglione cinese, Biennale di Venezia (2015). Il lavoro dell’artista è stato inoltre presentato nell’ambito di esposizioni collettive internazionali presso: MAMbo, Bologna (2022); Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Turin (2020); 12a Biennale di Gwangju, Corea del Sud (2018); MoMA PS1, New York (2017); UCCA, Pechino (2017), tra le altre sedi. Ha ricevuto il premio Porsche Young Chinese Artist of the Year (2018-2019).