1. Estratto da Anna Maria Maiolino, Um Momento, Por Favor, 1999-2004
2. Testo inedito di Anna Maria Maiolino per Pompeii Commitment. Materie archeologiche, 2021
3. Video completo:
Anna Maria Maiolino
Um Momento, Por Favor [Un momento, per favore], 1999-2004
video, colore, suono
4’ 10”
Courtesy l’Artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano
Donazione dell’artista. Collectio Parco Archeologico di Pompei (Pompeii Commitment. Materie archeologiche)
Essere sia qui sia lì fa parte dell’universo pompeiano. Esso, infatti, si espande nello spazio di una plurimillenaria cesura che distingue e al contempo rende superflua ogni soluzione di continuità tra l’episteme del tempo presente, a noi più vicino, e la dimensione remota di una città antica preservata dalla distruzione. Proprio in tale paradosso si colloca il fascino del prendersi una pausa, quale definizione di uno spazio di sospensione in cui le distanze, sia fisiche sia temporali, collassano in un unico evento e finiscono per coincidere. Così anche l’opera di Anna Maria Maiolino presentata come fulcro del suo contributo a Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Um Momento, Por Favor (“Un momento, per favore”), 1999-2004 – contrassegna geografie di distanza oceanica, profondamente significative per la biografia dell’artista, avvicinandole in un unico punto – anzi, un momento – di incontro: da un lato l’Italia, paese nativo di Maiolino, evocato attraverso la canzone “Napule Canta” (1958) del cantautore napoletano Roberto Murolo che l’artista stessa interpreta, sovrapponendosi alla traccia originale e offrendo un’esecuzione che resta fedele all’atto interpretativo della propria memoria, piuttosto che tentare di avvicinarsi alla perfezione impeccabile, aliena (e forse impossibile) dell’“autenticità”. Dall’altro lato emerge il Brasile, paese adottivo di Maiolino in cui l’artista si trasferì molto giovane con la sua famiglia, e dove sono cresciuti i suoi figli, presente nel film in quanto luogo fenomenologico dell’atto performativo registrato dalla telecamera nel 1999. Evocare il passato non è, per Maiolino, un esercizio nostalgico quanto una pratica poetica ed epistemica che ha a che vedere con la costruzione in divenire della propria identità come donna, come donna artista, e come donna emigrante e immigrante. La versione finale di Um Momento, Por Favor è datata 1999-2004, raccogliendo in sé il tempo dilatato tra la genesi e la pubblicazione del film. Le immagini in movimento mostrano sprazzi estremamente ravvicinati del volto di Maiolino, e che mai ne permettono una visione d’intero – il close-up è uno stile filmico molto presente nel suo vocabolario creativo –, componendo un autoritratto visivo e sonoro, intimo sebbene frammentario, che l’artista stessa ha definito una “cartografia di pelle consumata e invecchiata, come certi territori che appaiono degradati e deserti.” È per queste connotazioni fortemente legate a un senso di decadenza del proprio corpo che Maiolino esitò inizialmente a pubblicare l’opera, provandone in qualche modo vergogna. Um Momento, Por Favor diventa, in questo senso, anche un lavoro politico che mette in gioco il superamento di un senso di disagio provocato dalle pressioni sociali rispetto alla perfezione fisica convenzionale, celebrando invece un corpo anti-eroico, dalla voce stridente, in cui la materia si rivela in tutta la sua verità, e stanchezza. Nel territorio sospeso di questa pausa vitale, non c’è spazio per la mitizzazione, né per la menzogna: il pubblico si trova di fronte a una soggettività non estetizzata. La voce di Maiolino è “un testo interno al corpo”, nelle parole dell’artista, una “impronta di un viaggio dell’essere attraverso il proprio essere.”
Rispondendo all’invito a partecipare a Pompeii Commitment. Materie archeologiche, Maiolino ha generosamente scelto di donare la propria opera Um Momento, Por Favor, 1999-2004, alla nuova collezione di arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompeii, quasi come ulteriore atto di intima veridicità e di rivendicazione delle proprie radici intrecciate fra continenti e epoche diverse, immerse nello scorrere del tempo e nel dispiegarsi dello spazio. SB
Si ringraziano Raffaella Cortese, Corinne Cortinovis e lo studio di Anna Maria Maiolino.
Immagine in home page: Anna Maria Maiolino, Um Momento, Por Favor (video still), 1999-2004. Courtesy l’Artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano
Traendo ispirazione dall’immaginario quotidiano femminile e dall’esperienza di una dittatura oppressiva e censoria – quella del Brasile negli anni Settanta e Ottanta – Anna Maria Maiolino (nata a Scalea, Italia, 1942. Vive e lavora a São Paulo) realizza opere ricche di energia vitale, che fondono in uno stile inimitabile la creatività italiana e la sperimentazione delle avanguardie brasiliane, tra media come scultura, video, fotografia, installazione e disegno. Maiolino prende parte al movimento delle Nuova Figurazione brasiliana degli anni ’60: le sue stampe e disegni di questo periodo sono atti di resistenza al regime militare nazionale, alle crescenti disuguaglianze urbane e ad un patriarcato culturalmente radicato. Sviluppa in seguito un interesse per la ricerca spaziale ed esistenziale, con tendenze verso il Minimalismo e il Concettualismo, creando installazioni che persuadono ad un’interazione tra lo spettatore e l’oggetto. Alla fine degli anni ’80, Maiolino intraprende il lavoro con l’argilla, realizzando installazioni che mettono in primo piano la manipolazione della materia, creando continui riferimenti a gesti inconsci e ricorrenti della vita quotidiana. I lavori di Maiolino si basano su processi di creazione e distruzione necessariamente intersecate, su un dialogo tra categorie opposte e complementari, dicotomie tra interno ed esterno, vuoto e materia, antico e contemporaneo, senza abbandonare mai una sottesa riflessione sull’identità personale e universalmente umana. Mostre personali di Maiolino sono state ospitate da numerose istituzioni internazionali, tra cui: Kunsthaus Baselland, Basel (2021); SCAD Museum of Art, Savannah (2020); Whitechapel Gallery, Londra (2019); PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2019); MOCA, Los Angeles (2017); Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive (2014); Malmo Konsthalle, Svezia (2011); Centro Galego de Arte Contemporânea, Santiago de Compostela (2011); Fundació Antoní Tàpies, Barcellona (2010); Camden Arts Centre, Londra (2010): Pharos Centre for Contemporary art, Cipro (2007). Tra le mostre collettive più recenti: senzamargine – Passages in Italian Art at the Turn of the Millennium, MAXXI, Roma (2021); Pop América, 1965–1975, Nasher Museum of Art, Duke University, North Carolina (2019); A Tale of Two Worlds, Museum of Modern Art Buenos Aires, Buenos Aires (2018); Radical Women: Latin American Art 1960-1985, Hammer Museum, Los Angeles (2017); Delirious: Art at the Limits of Reason, The Met Breuer, New York (2017); Acervo em Transformação and Histórias da Infáncia, MASP, San Paolo (2016); La Grande Madre, Palazzo Reale, Milano (2015); The World Goes Pop, Tate Modern, Londra (2015). Maiolino è stata invitata a prendere parte a diverse Biennali internazionali, come La Biennale de Lyon (2017), 10° Gwangju Biennale, Gwangju (2014) and Documenta 13, Kassel (2012).