Wael Shawky
I Am Hymns of the New Temples (Drawing #1), 2022
olio su carta
38.5×29 cm
Courtesy l’Artista e il Ministero della Cultura – Parco Archeologico di Pompei
© Wael Shawky, 2023
Collectio Parco Archeologico di Pompei (Pompeii Commitment. Materie archeologiche)

Narratore di processi conoscitivi ed espressivi sospesi fra il documentabile e l’immaginabile, Wael Shawky esplora i modi in cui sono state scritte e raccontate le storie e analizza come esse abbiano modellato anche la realtà storica. Nelle sue opere – in cui si articolano film, disegno, pittura, scultura, installazione, performance e regia teatrale, sempre risultato di una ricerca sulle fonti storiche e letterarie – Shawky ci predispone a una posizione di consapevolezza nei confronti dei meccanismi narrativi, antichi e contemporanei, con cui sono stati interpretati e trasmessi i fatti storici, sociali e culturali e, attraversando spazio e tempo, evoca una dimensione al contempo fattuale e immaginaria della storia e della società, come se esse non fossero mai definibili una volta e per sempre, o da un solo punto di vista. La nuova opera filmica dell’artista, I Am Hymns of the New Temples è il racconto epico del bisogno umano di inventare, raccontare e tramandare queste storie: è attraverso di esse, infatti, che gli esseri umani hanno dato e continuano a dare un possibile senso al mondo, in cui convivono con tutte le altre specie e con gli altri esseri umani. Girata nell’estate del 2022 fra le rovine dell’antica Pompei, colpita dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e quindi testimone dell’impermanenza ma anche della trasformatività continua non solo delle materie ma anche delle storie, la nuova opera filmica di Shawky mostra ciò che affiora alle soglie fra le diverse culture che rendono Pompei un vero e proprio teatro di narrazioni differenti ma inevitabilmente connesse. Per la prima volta, in I Am Hymns of the New Temples, Shawky introduce nella narrazione anche alcuni animali, come il coccodrillo e l’ippopotamo spesso raffigurati nelle scene nilotiche degli affreschi pompeiani, e mette in scena coreografie eseguite dal vivo negli scavi archeologici da performer che – prendendo il posto delle marionette utilizzate nelle opere precedenti – indossano maschere in ceramica o cartapesta e costumi multi-materici realizzati dal ceramista Pierre Architta e dai laboratori del Teatro di San Carlo e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, impiegando anche i tessuti dell’antica seteria di San Leucio e altri tessuti prodotti da storiche manifatture tessili italiane che assumono, con i loro pattern decorativi, la valenza pittorica di un tableau vivant ritmicamente animato dai movimenti coreutici dei performer, come in una processione sacra o un rito iniziatico. Una di queste maschere, insieme a due disegni e un’edizione del film sono entrate a far parte della Collectio.

Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971)

Testo ricavato dall’introduzione al libretto pubblicato in occasione della premiere di I Am Hymns of the New Temples a Pompei il 12 maggio 2023, a firma di Andrea Viliani.