Invernomuto prova a intercettare le traiettorie sonore che attraversano la complessa e stratificata area del Mediterraneo registrandone i continui movimenti e assecondando l’intreccio dei suoi accadimenti e delle sue narrazioni. Black Med naviga quindi senza seguire una cartografia regolare e categorica ma, al contrario, si lascia attraversare dalle rotte e identità multiple di cui ascolta e archivia i ritmi e le sonorità. Le traiettorie seguite da Black Med valicano l’area perimetrale del Mediterraneo in senso propriamente geografico, per prendere in considerazione geografie più ampie, informali e non ufficiali, procedendo da Marsiglia a Barcellona, da Napoli e Pompei a Palermo, da Belgrado a Brindisi, da Il Cairo, il Canale di Suez e la Nubia al Lago Vittoria, includendo le rotte migratorie che storicamente mettono in relazione la sponda africana, asiatica ed europea del Mediterraneo. Nella sua composizione proteiforme Black Med si presenta come una piattaforma mobile, avviata nel 2018 in occasione di Manifesta 12 a Palermo, e proseguita con periodi di residenza di Invernomuto presso American Academy a Roma e Alserkal Avenue a Dubai, e attraverso una serie di listening session in cui la selezione musicale è accompagnata dalla proiezione di immagini e testi di approfondimento – fra cui quelle a Centrale Fies (Dro), Dansem (Marsiglia), OGR e Fondazione Merz (Torino), Triennale di Milano (Milano), 58th October Salon-Belgrade Biennial 2020 (Belgrado), MACBA (Barcellona), TBA21-Academy Ocean Space (Venezia), nonché all’interno del performance programme della 58a Biennale di Venezia (2019). In quanto progetto di ricerca in corso Black Med si è inoltre riformulato – attraverso il bando Italian Council 2019 a cui il duo ha partecipato su presentazione della Fondazione Morra Greco di Napoli – in ulteriori modalità espressive: un’installazione sonora collegata alla piattaforma web blackmed.invernomuto.info e intitolata Black Med, POMPEII, che è entrata a far parte della Collectio del Parco Archeologico di Pompei; una pubblicazione cartacea che espande il progetto attraverso una serie di contributi teorici (Humboldt Books, Milano); un programma di ulteriori presentazioni e listening sessions che si sono succedute durante la lavorazione del progetto presso le istituzioni internazionali partner del progetto: The Green Parrot (Barcellona) e Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra).
La piattaforma blackmed.invernomuto.info (progettata per essere accessibile sia online – a partire dal 28 ottobre 2021 – che offline, in formato di installazione sonora) ha raccolto, allo stato attuale della ricerca, oltre 30 ore di contenuti e contributi musicali selezionati da Invernomuto e da una serie di partecipanti fra cui Paul Gilroy, Rabih Beaini, Donato Epiro, Kareem Lotfy, Ma’an Abu Taleb e altri musicisti e ricercatori a cui gli artisti hanno chiesto di proporre una selezione musicale che rispondesse alla ricerca di Black Med. Il progetto presentato da Invernomuto per Pompeii Commitment. Materie archeologiche, pubblicato in queste pagine, amplia ulteriormente l’articolazione online di Black Med, che prevede l’utilizzo di un algoritmo creato appositamente per “suonare” estratti dell’archivio musicale del progetto e combinarli in modo autonomo e sempre diverso. La piattaforma online prevede una sezione di upload, permettendo a chiunque di caricare nuovi brani musicali o registrazioni sonore, per cui l’algoritmo assume il ruolo di un DJ, che seleziona file audio presenti nell’archivio e li combina attraverso una serie di istruzioni, con l’obiettivo, però, non di profilare e controllare le abitudini dell’utente (come normalmente accade nella logica algoritmica) ma di ampliarle, farle incontrare e condividerle in modi inaspettati e in continua ridefinizione. Se Black Med si configura così come un archivio, esso è un archivio in progress e potenzialmente infinito, che interpreta il Mediterraneo come un mare magnum di suoni e influenze musicali eterogenee. Come ha scritto nel 2012 l’antropologo e sociologo Iain Chambers, uno dei collaboratori al progetto Black Med: “La musica ci invita a viaggiare adottando una visione nel complesso meno rigida delle varie discipline, prassi e istituzioni che insieme configurano la modernità. Essa offre un caso rilevante di deterritorializzazione”. Nella sua articolazione fra spazi e tempi differenti, nella connessione fra le molteplici culture mediterranee che il progetto afferma come imprevedibile e per molti aspetti documentabile solo in modo processuale e non definitivo, mescolando oggettività e soggettività, dato storico e invenzione fantastica, Black Med individua anche la città di Pompei come un punto fra gli altri su una mappa deterritorializzata: identità sincretica e sinestetica al contempo radicata e sradicata, specifica e composita, reale e fantastica, stabile e in divenire, nella fluida e magmatica coesistenza dei balli, canti, feste, grida, evocazioni, musiche, preghiere, rituali e suoni del Mediterraneo antico e contemporaneo. AV
Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VII edizione, 2019), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.